“Loro” di Paolo Sorrentino al cinema dal 7 marzo 2019
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Italia/Francia | 2018 | 150′ International Version | colore
Regia di: Paolo Sorrentino
cast: Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio, Roberto De Francesco, Dario Cantarelli, Anna Bonaiuto, Giovanni Esposito, Ugo Pagliai, Ricky Memphis, Alice Pagani, Caroline Tillette, Elena Cotta, Iaia Forte, Duccio Camerini, Yann Gael, Mattia Sbragia, Max Tortora, Milvia Marigliano, Michela Cescon, Roberto Herlitzka
sceneggiatura: Paolo Sorrentino, Umberto Contarello
fotografia: Luca Bigazzi
montaggio: Cristiano Travaglioli
scenografia: Stefania Cella
costumi: Carlo Poggioli
musica: Lele Marchitelli
produttore: Nicola Giuliano, Francesca Cima
produzione: Indigo Film, Pathé Pictures, Universal Pictures International Italy, France 2 Cinéma, con la partecipazione di OCS, France Télévisions, con il sostegno di Regione Lazio, Unione Europea, Fondazione Sardegna Film Commission
vendite estere: Pathé International [Francia]
premi e festival:
Cinema Made in Italy – London 2019 / Dublin International Film Festival 2019: World Cinema / Göteborg Film Festival 2019: Masters / Annecy Cinema Italien 2018: Prima / Busan International Film Festival 2018: World Cinema / Cinema Italian Style 2018 / Cinema Italian Style – Seattle 2018 / Festival del Cinema Italiano di Ajaccio 2018: Hors Compétition / Film Fest Gent 2018: Gala / Haifa International Film Festival 2018: Gala / Hamburg International Film Festival 2018: Kaleidoscope / Kinomania 2018 / Kolkata International Film Festival 2018: Maestro / Lavazza Italian Film Festival 2018: Opening Gala / LIFFe – Ljubljana International Film Festival 2018: Avantpremieres / TIFF – Toronto International Film Festival 2018: Masters / Tokyo International Film Festival 2018: World Focus / Zurich Film Festival 2018: New World View: Italy
SINOSSI E NOTE DI REGIA:
“Loro”, diviso in due parti, è un racconto di finzione, in costume, che narra di fatti verosimili o inventati, in Italia, tra il 2006 e il 2010.
Attraverso una composita costellazione di personaggi, Loro ambisce a tratteggiare, per squarci o intuizioni, un momento storico definitivamente chiuso che, in una visione molto sintetica delle cose, potrebbe definirsi amorale, decadente, ma straordinariamente vitale.
E “Loro” ambisce altresì a raccontare alcuni italiani, nuovi e antichi al contempo. Anime di un purgatorio immaginario e moderno che stabiliscono, sulla base di spinte eterogenee quali ambizione, ammirazione, innamoramento, interesse, tornaconto personale, di provare a ruotare intorno a una sorta di paradiso in carne e ossa: un uomo di nome Silvio Berlusconi.
Questi italiani, ai miei occhi, contengono una contraddizione: sono prevedibili ma indecifrabili. Una contraddizione che è un mistero. Un mistero nostrano di cui il film prova a occuparsi, senza emettere giudizi. Mosso solo da una volontà di comprendere, e adottando un tono che oggi, giustamente, viene considerato rivoluzionario. Il tono della tenerezza.
Ma ecco che appare un altro italiano. Silvio Berlusconi. Così come l’ho immaginato. Il racconto dell’uomo, innanzitutto, e in modo solo marginale del politico.
Si potrebbe obiettare che si sa molto non solo del politico, ma anche dell’uomo. Io ne dubito.
Un uomo è, per quanto mi riguarda, il risultato dei suoi sentimenti più che la somma biografica dei fatti. Quindi, all’interno di questa storia, la scelta dei fatti da raccontare non segue un principio di rilevanza dettata dalla cronaca di quei giorni, ma insegue unicamente il fine di provare a scavare, a tentoni, nella coscienza dell’uomo.
Dunque, quali sono i sentimenti che muovono le giornate di Silvio Berlusconi in quegli anni? Quali le emozioni, le paure, le delusioni di quest’uomo nell’affrontare eventi che sembrano montagne? Questo, per me, è un altro mistero di cui si occupa il film.
Gli uomini di potere di generazioni precedenti a quella di Berlusconi erano altri misteri, perché erano inavvicinabili. Un tempo si parlava, si ricorderà, di disincarnazione del potere. Silvio Berlusconi, invece, è probabilmente il primo uomo di potere a essere un mistero avvicinabile.
È sempre stato un infaticabile narratore di se stesso, valga come esempio sommo il fotoromanzo Una storia italiana che spedì a tutti gli italiani nel 2001, e anche per questa ragione è inevitabilmente diventato un simbolo. E un simbolo, a differenza di un comune essere umano, è una proprietà comune. E dunque, in questo senso, rappresenta anche una parte di tutti gli italiani.
Ma, naturalmente, Silvio Berlusconi è molto altro. E non è facile esprimere una sintesi. Per questo devo chiedere aiuto a chi è molto più bravo di me: Hemingway. In Fiesta, Hemingway scrive: “Non c’è nessuno che vive la propria vita sino in fondo, eccetto i toreri”. Ecco, parafrasando, forse l’immagine più compendiaria che si può avere di Silvio Berlusconi è questa: un torero.