Festa della Musica 2017: Concerto per pianoforte di Fabrizio Ottaviucci
Musica Italiana Contemporanea
Data e ora: 2017.06.21(Mercoledi’) – 2017.06.22(Giovedi’) alle 18:30
Luogo: Ilshin Hall, Yongsan-gu, Seoul
Programma
<21 Giugno,2017>
S.SCIARRINO – Lost in a city of water
A.SOLBIATI – Interludi 1/2/7
S:SCODANIBBIO – Only Connect
…..
F. EVANGELISTI – Proiezioni sonore
F. RAZZI – For Piano
T. TESEI – In Minimal Style
G:SCELSI – Incantesimi
<22 Giugno, 2017>
O. COLUCCINO – Stanze 3/4/5/10/12
I.FEDELE – Etudes Boreales 1/3/4
S. BUSSOTTI – Novelletta
…….
L. ABBATE – Folle, puro
M.PANNI – Bis
A.CURRAN – For Cornelius
Presentazione del Concerto
Il programma “percorsi di nuova musica italiana”, articolato in due concerti, presenta le opere dedicate al pianoforte più significative degli ultimi decenni. Sono presenti molti dei compositori più importanti espressi dalla musica contemporanea italiana di prima e di seconda generazione, privilegiando quelli legati alla via della ricerca del suono, dello studio della materia sonora. Ai maestri di fama internazionale si affiancano compositori di primo livello molto importanti in Italia anche se meno conosciuti a livello internazionale. Molte delle opere eseguite saranno in prima esecuzione continentale.
Il programma della prima serata si apre con un’ importante opera di Salvatore Sciarrino (1947), compositore che ha introdotto l’indagine sul suono ai limiti dell’udibile, prodotto con tecniche strumentali inedite e molto caratteristiche. “Perduto in una città d’acque” (1990) è dedicato all’artista Alvise Vidolin, veneziano, uno dei massimi riferimenti italiani ed europei della ricerca elettronica .
Gli “Interludi” (2000-2006) di Alessandro Solbiati (1956) sono quindici quadri psicologi di estrema tensione emotiva, caratterizzati dall’uso di tecniche completamente diverse. Nel programma verrà presentata una selezione dell’opera.
“Only Connect” (2001) è il primo lavoro dedicato al pianoforte da Stefano Scodanibbio (1956-2012), noto come il piu importante contrabbassista a livello internazionale della nuova musica. Il suo lavoro pianistico è basato su una complessa costruzione polifonica intrisa di una dissacrante vena rock.
Franco Evangelisti(1923-1993) è uno dei piu importanti compositori europei degli anni 50; le sue opere sono una sintesi illuminata e preveggente delle tecniche compositive ereditate dallo strutturalismo postseriale dell’epoca. In “proiezioni sonore” (1955) c’è una componente di intervento affidata alle decisioni dell’interprete.
Fausto Razzi (1932), allievo di Goffredo Petrassi, scrive opere per pianoforte privilegiando l’uso di suoni di cordiera. Teorico del “virtuosismo intellettuale” nell’opera “per piano” (1983) utilizza solo tre note scelte nel registro piu estremo della tastiera.
Tonino Tesei (1961), allievo di Franco Donatoni, è un compositore concentrato sul senso del gioco e piacere sonoro; “In minimal style” (1986) il gioco della ripetizione costruisce percorsi di intrigante fluidità.
Giacinto Scelsi (1905-1988) è senz’altro il padre dell’idea di concentrare la costruzione dell’opera musicale sulla massa sonora; i “cinque incantesimi” (1956) è il penultimo lavoro dedicato al pianoforte, di poco precedente ad Action Music, è stato realizzato integralmente con la tecnica di produzione del suono che prende nome dallo stesso titolo, ovvero dell’uso di cluster prodotti con la mano e l’avambraccio, declinati in molte variabili modalità. Gli incantesimi usano la tecnica dell’action music in modo parziale, alternata all’uso “normale” della tastiera.
La seconda serata si apre con l’opera pianistica principale di Osvaldo Coluccino, uno dei compositori emergenti in Italia in questo decennio; le sue “Stanze” (2004-2011) sono spazi aperti e stilizzati, dove gli oggetti sonori pregni di memoria e richiami psicologici, svelano e definiscono lo spazio.
Gli “etudes boreales” (1990) di Ivan Fedele (1953), sono centrati sulle pregnanti atmosfere associate ai confini polari del globo terrestre, con ampio gioco della tecnica della risonanza.
Sylvano Bussotti (1931) è sempre stato un outsider del panorama compositivo internazionale; nelle sue opere, come “Novelletta” (1973) si giova di ampie tecniche aleatorie, ovvero indicazioni verbali e visive, con cui costruisce percorsi eterogenei votati spesso alla ricerca di dimensioni sensuali e disarmanti.
Luigi Abbate (1958) è noto al grande pubblico per le sue opere vocali ed orchestrali; nel breve preludio “folle,puro” (2004) sintetizza una variazione psicologica del Parsifal wagneriano.
Marcello Panni (1940) è uno dei piu importanti direttori d’orchestra italiani dediti alla nuova musica; il brano per pianoforte “bis” (1981) definisce una immagine statica e brulicante, di cui lascia la definizione finale all’ interprete.
Alvin Curran (-1938), pur essendo di nascita statunitense, è considerato pienamente italiano nella sua personalità artistica perché risiede e lavora a Roma sin dagli anni 50, partecipando a tutte le fasi creative importanti della seconda metà del secolo scorso e dei giorni nostri. “For Cornelius” (1981), dedicato alla scomparsa suo maestro Cornelius Cardew, è un turbine di ostinati che stravolgono la massa sonora rendendola simile al continuum organistico.