7a Edizione “Venezia a Seoul” – Proiezione del film “Morte a Venezia”
Luogo: Cinematheque Seoul Art Cinema
Informazioni: 02. 741. 9782 / www.cinematheque.seoul.kr
1971 | 130 min. | Italia/Francia/USA | Colori
Data di proiezioni:
25 Gennaio 2019 alle 16:00, Seoul Art Cinema
Regia: Luchino Visconti
Produzione: Alfa Cinematografica, Warner Bros., Production Editions Cinématographiques Françaises
Interpreti: Dirk Bogarde, Romolo Valli, Marisa Berenson, Carole André, Björn Andrésen, Silvana Mangano, Franco Fabrizi, Leslie French
Sceneggiatura: Luchino Visconti, Nicola Badalucco
Fotografia: Pasquale De Santis
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Scenografia: Ferdinando Scarfiotti
Costumi: Piero Tosi
Restauro: Cineteca di Bologna, Istituto Luce – Cinecitta
Sinossi
Tratto dal racconto di Thomas Mann, Morte a Venezia segue il viaggio del musicista Gustav von Aschenbach, che lascia la Germania per trascorrere le vacanze al Lido di Venezia.
“Nell’albergo di lusso in cui alloggia incontra Tadzio, un luminoso ed enigmatico giovinetto polacco, il maggiore di quattro fratelli, che gli turba i sensi e gli commuove la fantasia. Simbolo vivente della misura classica che Aschenbach ha perseguito con la propria opera e non è riuscito a conseguire, Tadzio diviene ben presto una ossessione. […] Intanto avanza un’epidemia di colera, e nelle umide calli della città, disinfettate per evitare il contagio, si respira un odore acre e sinistro, che unito allo scirocco suscita un clima sfibrante. In questo paesaggio d’aria viziata […] si consumano l’anima e il corpo di Aschenbach. […] Muovendosi nell’aria sospesa di un realismo fantastico che ha la sua leva nella morbidezza dei movimenti di macchina e nel taglio delle sequenze, Visconti […] colloca il dramma di Aschenbach nell’atmosfera della società cosmopolita del primo Novecento che aveva in una Venezia morente il suo madido approdo, e insieme vi riassume la crisi d’un’intera cultura.”
Giovanni Grazzini, «Corriere della Sera», 6/3/1971.
Commento del regista
Sono nato nel 1906 e il mondo che mi ha circondato, il mondo artistico, letterario, musicale, è quel mondo lì. […] Ci sono attaccato come un melo che nasce in un meleto ha le sue radici in quella terra e non in una spiaggia araba. Ma d’altra parte se si vuole raccontare una certa società bisogna pur raccontarla nel contesto dell’ambiente in cui quella società viveva. Oggi è tutto diverso. Se dovessi fare oggi un film moderno non so dove andrei a cercare i miei ambienti […]. La società europea fino alla Prima guerra mondiale è stata quella dei più grandi contrasti e dei maggiori risultati estetici. Il mondo contemporaneo invece è così livellato, così grigio, così poco estetico…
Intervista di Daniela Pasti, «Il mondo», 14/3/1971
Fonte immagini e testi:
https://www.labiennale.org/it/cinema/2018/selezione-ufficiale/venezia-classici/morte-venezia