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13a edizione “Venezia a Seoul” – Proiezione del Film “Vermiglio” di Maura Delpero

vermiglio

Luogo: Seoul Art Cinema

Informazioni: 02. 741. 9782 / www.cinematheque.seoul.kr

Indirizzo: 3, Jeongdong-gil, Jung-gu, 2 piano KyongHyang Arthill

 

Date delle proiezioni:

12 febbraio 2025, alle ore 19:30, Seoul Art Cinema

1 marzo 2025, ore 15:30, Seoul Art Cinema

 

Regia:  Maura Delpero

Produzione:     Cinedora (Francesca Andreoli, Leonardo Guerra Seràgnoli, Maura Delpero, Santiago Fondevila Sancet), Charades Productions (Carole Baraton, Pauline Boucheny Pinon), Versus Production (Jacques-Henri Bronckart, Tatjana Kozar)

Durata:           119’

Lingua: Italiano, dialetto

Paesi:  Italia, Francia, Belgio

Interpreti:       Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari, Carlotta Gamba, Santiago Fondevila Sancet, Rachele Potrich, Anna Thaler, Patrick Gardner, Enrico Panizza, Luis Thaler, Simone Bendetti, e con Sara Serraiocco

Sceneggiatura:           Maura Delpero

Fotografia:      Mikhail Krichman

Montaggio:     Luca Mattei

Scenografia:   Pirra, Vito Giuseppe Zito, Marina Pozanco

Costumi:         Andrea Cavalletto

Musica:           Matteo Franceschini

Suono: Dana Farzanehpour, Hervé Guyader, Emmanuel de Boissieu

Effetti visivi:    Benjamin Ageorges

 

Sinossi

In quattro stagioni la natura compie il suo ciclo.
Una ragazza può farsi donna. Un ventre gonfiarsi e divenire creatura.
Si può smarrire il cammino che portava sicuri a casa, si possono solcare mari verso terre sconosciute.
In quattro stagioni si può morire e rinascere.
Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale in una grande famiglia e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino, essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.

Commento della regista

Mio padre ci ha lasciati un pomeriggio d’estate. Prima di chiuderli per sempre, ci ha guardati con occhi grandi e stupiti di bambino. L’avevo già sentito che da anziani si torna un po’ fanciulli, ma non sapevo che quelle due età potessero fondersi in un unico viso. Nei mesi a seguire è venuto a trovarmi in sogno. Era tornato nella casa della sua infanzia, a Vermiglio. Aveva sei anni e due gambette da stambecco, mi sorrideva sdentato, portava questo film sotto il braccio: quattro stagioni nella vita della sua grande famiglia. Una storia di bambini e di adulti, tra morti e parti, delusioni e rinascite, del loro tenersi stretti nelle curve della vita, e da collettività farsi individui. Di odore di legna e latte caldo nelle mattine gelate. Con la guerra lontana e sempre presente, vissuta da chi è rimasto fuori dalla grande macchina: le madri che hanno guardato il mondo da una cucina, con i neonati morti per le coperte troppo corte, le donne che si sono temute vedove, i contadini che hanno aspettato figli mai tornati, i maestri e i preti che hanno sostituito i padri. Una storia di guerra senza bombe, né grandi battaglie. Nella logica ferrea della montagna che ogni giorno ricorda all’uomo quanto sia piccolo.
Vermiglio è un paesaggio dell’anima, un “lessico famigliare” che vive dentro di me, sulla soglia dell’inconscio, un atto d’amore per mio padre, la sua famiglia e il loro piccolo paese. Attraversando un tempo personale, vuole omaggiare una memoria collettiva.

Fonti testo e immagini: Biennale Cinema (labiennale.org)

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Seoul
  • In collaborazione con: Seoul Art Cinema