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Grand Duo Italiano

Grand Duo Italiano

Data: 30 Novembre 2018

Ora: 19.30

Luogo: Ilshin Hall (98, Hannam-daero, Yongsan-gu, Seoul, Republic of Korea) 

Concerto per violino e pianoforte del Grand Duo, Angela Meluso e Mauro Tortorelli. Omaggio a Mario Castelnuovo-Tedesco.

Prenotazioni: http://naver.me/xfGCNxXE 

 

Mario Castelnuovo-Tedesco

-Canto all’aria aperta n.1: “La sera per il fresco è un bel cantare” (12’30”)

-Tango op 24b (2’16”)

-Ritmi op. 15 (4′ 40″)

-Capitan Fracassa op. 16 (3’31”)

-Notturno Adriatico op.34 (6’00)

-“La Figlia del Reggimento”parafrasi su Arie d’Opera di Donizetti

(Ouverture-Romance- Valse-Tyrolienne-Rataplan)

(6’29, 4’36, 5’06, 3’43, 5’07)

-“Figaro” Parafrasi dal Barbiere di Siviglia di Rossini (6’15)

 

Descrizione dei brani:

“La sera per il fresco è un bel cantare” è il primo dei tre canti all’aria aperta. Esso presenta, nella prima sezione soprattutto, una struttura quasi a canone, ovvero una scrittura contrappuntistica a due voci (una affidata alla mano destra del pianoforte e l’altra al violino) nella quale le idee tematiche vengono riprese e variate, anche e soprattutto sul piano armonico, come voler alludere alle tenzoni degli stornellatori toscani, che improvvisano tuttora in ottava rima, ovvero su otto versi in endecasillabi i primi sei dei quali a rima alternata e l’ultima coppia a rima baciata.
Nela parte centrale della composizione, invece, Castelnuovo Tedesco cita, in corrispondenza di un tema derivato dai precedenti materiali, il testo della prima strofa di un celebre sonetto di Folgòre da San Gimignano:
D’april vi dono la gentil campagna
tutta fiorita di bell’erba fresca;
fontane d’acqua che non vi rincresca,
donne e donzelle per vostra compagna;
A questa sezione centrale, nella quale i bicordi per intervallo di terza del violino conducono ad una prima chiusura segnata dall’indicazione perdendosi, segue una terza che non si configura come una ripresa della prima, pur riproponendone alcuni elementi: uno, in particolare, costituito da una sequenza ascendente per grado congiunto e una successione di terze discendenti, è il frammento tematico sul quale Castelnuovo Tedesco costruisce, in modo quasi ossessivo ma sempre cangiante dal punto di vista armonico, il finale del canto.
Ritmi, composta nel 1920 ma pubblicata sempre da Forlivesi nel 1926, si basa sulla tipica figurazione ritmica dell’Habanera ma l’indicazione agogica (Lento e languido) fa pensare maggiormente alla versione da sala dell’antica danza d’origine cubana, ovvero alla Milonga. In questa composizione Castelnuovo Tedesco si diverte a giocare con l’inciso ritmico inziale (croma con punto, semicroma e due crome), comprimendolo e poi dilatandolo, e con l’inciso melodico che allude all’intimità sensuale della danza di coppia.
Capitan Fracassa, composto nel 1920 e pubblicato da Forlivesi l’anno successivo, Mario Castelnuovo Tedesco utilizza una sola figurazione ritmica che sostiene, di fatto, l’intera breve composizione e un inciso melodico particolarmente efficace per delineare il carattere eroicomico del protagonista del celebre romanzo di Téophile Gautier.
Da segnalare che il romanzo ebbe ben due versioni cinematografiche da registi italiani che molto probabilmente Castelnuovo Tedesco ebbe modo di conoscere: la prima, un cortometraggio di Ernesto Maria Pasquali risale al 1909 mentre la seconda, un lungometraggio di Mario Caserini, uscì l’anno precedente la composizione del ritratto musicale di Castelnuovo Tedesco. Come già in Ritmi, anche in Capitan Fracassa il compositore fiorentino utilizza successioni accordali dal carattere quasi politonale, ma in modo più sistematico e funzionale al gioco di rappresentazione del personaggio.
Il Notturno Adriatico risale al 1924 ed è dedicato al violinista statunitense Abert Spalding, il quale aveva studiato da ragazzo a Firenze ed era stato il primo violinista americano a suonare con l’Orchestra del Conservatorio di Parigi, nel 1922. Il carattere tranquillo e sognante, come da indicazioni dell’autore, è ancora una volta costruito su un inciso ritmico affidato alla mano sinistra del piano che, attraverso un semplice quanto efficace utilizzo dell’alternanza simmetrica tra una figura irregolare e regolare, sostiene l’intera composizione e la linea melodica affidata principalmente al violino. Dal punto di vista armonico è di estremo interesse l’utilizzo di una nota come una sorta di pedale: le prime 18 misure hanno sempre un sol come nota base, per poi passare, nelle successive 8, al si bemolle e nel chiudere la prima sezione del brano al si naturale. Su questa struttura di ostinato ritmico-armonico, ancora una volta, la successione accordale si articola attraverso progressivi slittamenti che eludono le regole dell’armonia tardo ottocentesca.
Delle cinque sezioni che compongono la Fantasia op.110 su La Figlia del Reggimento di Gaetano Donizetti solo due risultano finora pubblicate: la Romance (da Delkas Music nel 1944) e il Valse (da Mills Music nel 1952).
La Fantasia, composta intorno al 1941, è dedicata a Jasha Heifetz. Il rapporto di collaborazione tra il compositore e il violinista di origine lituana risale ai primi anni ’30: nel 1933 Heifetz eseguì a New York il concerto per violino “I Profeti” e nello stesso anno furono pubblicati da Carl Fischer le due brevi composizioni op 24 di Castelnuovo Tedesco nell’arrangiamento dello stesso Heifetz: Sea Murmurs e Tango.
Entrambe sono tratte dalla serie di 33 liriche su testi di Shakespeare, composte da Castelnuovo Tedesco tra il 1921 e il 1925: in particolare Sea Murmurs deriva da un frammento del II atto della tragedia Cymbeline (My Lady Sweet, Arise, vol. VI della raccolta di Castelnuovo Tedesco) mentreTango fa riferimento alla quarta scena del IV atto del Winter’s Tale (Two maids wooing a man, vol. VIII).
Tornando alla Fantasia op.110, l’Ouverture, completata nel maggio del 1941, presenta in apertura una trascrizione abbastanza fedele dell’originale, anche se l’accompagnamento pianistico è un elemento totalmente nuovo rispetto alla scrittura di Donizetti: le principali idee tematiche dell’Ouverture sono presentate quasi nella forma originale, salvo poi procedere a successive trasformazioni, in chiave improvvisativa, che evidenziano ironicamente il carattere marziale della composizione. Anche il trattamento lirico-virtuosistico della celeberrima “Il faut partir” (Romance) risale al maggio del 1941 mentre la vertiginosa versione del Valse è stata completata e aggiunta esattamente due anni dopo, nel maggio del 1943.
La semplice aria “alla tirolese” è il pretesto per una serie di variazioni tanto spettacolari quanto divertenti: questa sezione della Fantasia fu la prima ad essere composta, nell’aprile del 1941 mentre, sempre nel maggio dello stesso anno, Castelnuovo Tedesco completò l’ultima sezione, quella ispirata alla Marcia Militare del finale dell’atto primo, Rataplan.
La parafrasi sull’aria di Figaro “Largo al factotum” è stata pubblicata da Carl Fischer nel 1945 nella doppia versione per violino e pianoforte, a cura di Jasha Heifetz, e per violoncello e pianoforte, a cura di Gregor Piatigorski.
La versione per violino è certamente più spettacolare rispetto a quella violoncellistica: sebbene entrambe presentino un livello di difficoltà esecutive piuttosto elevato, quella edita da Heifetz concede maggiore spazio al giocoso virtuosismo, non solo nell’impetuoso finale ma anche nelle altre sezioni della Fantasia.

Note di Francesco Maschio

 

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura Seoul
  • In collaborazione con: Ilshin Foundation